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Immagine del redattoreGerardo Fortino

Le Urla del Silenzio: Testimonianza dalla Repubblica Democratica del Congo

Aggiornamento: 6 giorni fa


Repubblica Democratica del Congo

Le urla. Sono come una lama che si insinua nell'anima, tagliando ogni filo di speranza rimasto. Le urla dei bambini malnutriti non sono solo suoni, sono richiami disperati che si confondono con il silenzio del mondo che li ignora. Voci gracili, spezzate dalla fame, ma così potenti che ogni volta che le sento, sento il peso insopportabile della loro sofferenza. I loro corpi esili, ridotti a ossa rivestite di pelle, tremano sotto il sole impietoso, fragili come stuzzicadenti pronti a spezzarsi al primo soffio di vento. Ogni sguardo che incrocio è un abisso vuoto, senza futuro, senza alcun barlume di sogno. Sono occhi che non conoscono più cosa significhi la gioia, e che hanno visto troppo dolore in troppo poco tempo.


Repubblica Democratica del Congo: La Crisi Umanitaria del Sud Kivu: Una Testimonianza Diretta


Sono nella Repubblica Democratica del Congo, precisamente a Bukavu, nel cuore del Sud Kivu, dove il grido straziante di migliaia di bambini malnutriti risuona incessantemente. Bambini che hanno avuto la sfortuna di nascere in uno dei luoghi più dimenticati e sfruttati al mondo. Queste non sono solo parole, ma testimonianze dirette di una realtà che pochi vogliono vedere. Non sono un personaggio da selfie, né un influencer pagato dagli sponsor per postare immagini con bambini africani. Sono un professionista che vive queste storie sulla propria pelle, e le urla che ascolto ogni giorno sono il segno di una crisi umanitaria che va ben oltre ciò che le grandi ONG come UNICEF e UNHCR vogliono far credere.


Oggi, 18 ottobre 2024, affiancando il lavoro di Operatori Sanitari nel Mondo, nell’ospedale Philadelphia di Bukavu, un medico congolese ha dichiarato davanti le telecamere che UNICEF, agenzia delle nazioni unite a cui molti di voi destinano i vostri 9 euro mensili, non ha mai consegnato alcun cibo terapeutico agli ospedali della zona della santé, nonostante i ripetuti solleciti di Operatori Sanitari nel Mondo. Unicef ha sostenuto false dichiarazioni.


Il Puply'nut, un alimento essenziale per i bambini gravemente malnutriti, dovrebbe essere distribuito gratuitamente, ma viene venduto, mentre la fame continua a mietere vittime. Non sono solo io a denunciare questa situazione: Claudio Scatola, Presidente di Operatori Sanitari nel Mondo, ha dichiarato che durante una telefonata con UNHCR Roma, "Claudio, voi lavorate troppo con il cuore, fateli morire, sono troppi i bambini." Parole che gelano il sangue, ma che rispecchiano una tragica realtà di abbandono e sfruttamento.



L'Indifferenza Globale di Fronte all'Olocausto Silenzioso


Ci sono momenti in cui vorrei distogliere lo sguardo, vorrei chiudere gli occhi e smettere di vedere ciò che ho di fronte. Ma non posso. Non posso ignorare l’immagine di quei corpi immobili, quasi fossili di una vita mai vissuta, intrappolati in una condizione che nessun bambino dovrebbe mai conoscere. Ogni volta che uno di loro urla, è come se il mondo intero dovesse tremare, ma invece il mondo resta fermo, indifferente.


Le ossa affiorano da sotto la pelle, le mani sono esili, quasi trasparenti, e le pance gonfie di fame parlano più forte di qualsiasi altra cosa. Sono bambini, eppure la vita li ha già trasformati in ombre, in fantasmi che si aggirano in un paesaggio di desolazione. Mi chiedo se quelle urla rimarranno impresse nei loro ricordi, se un giorno, anche se solo per un istante, qualcuno si fermerà davvero ad ascoltarle, a capire cosa significhi per un bambino urlare non per capriccio, ma perché ogni fibra del suo corpo sta cedendo sotto il peso della fame.



Se mai avete avuto la fortuna di tenere tra le braccia un bambino sano, immaginate per un momento cosa significhi stringere un corpo che sembra spezzarsi al solo tocco, un corpo che non conosce più la forza. Questi bambini non chiedono altro che esistere. Eppure, il mondo li ha già condannati.


Non mi interessano i like, i follower o le sponsorizzazioni. Mi interessa raccontare la verità, anche quando è scomoda. Sono stanco, annientato dalle urla di questi bambini, spezzati dall'indifferenza del mondo. Continuiamo a credere che donare una piccola somma di denaro ci renda "bravi", ma la realtà è molto più complessa e crudele. Le raccolte fondi spesso servono a mantenere un sistema ingordo e ipocrita, mentre il grido di questi bambini resta inascoltato, e noi continuiamo a gioire dei nostri gioielli, costruiti sulle loro spalle.


Queste parole non sono facili da leggere, lo so. Ma devono essere dette, perché dietro la facciata delle campagne di beneficenza e delle immagini strappalacrime, c'è una realtà ben diversa, una pornografia del dolore che serve solo a perpetuare un ciclo di sfruttamento. Il Congo e il continente africano sono stati divorati dall’ingordigia di potenze come la Francia, Inghilterra, Belgio, Stati Uniti, e ancora oggi ne pagano il prezzo. La mia voce, forse, non cambierà le cose, ma non posso restare in silenzio davanti a tanta ingiustizia.



 

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