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La prigioniera del silenzio, Valeria Montaldi

Aggiornamento: 6 gen


La Prigioniera del Silenzio

Una storia di madri e donne nella Venezia del Trecento: il romanzo di Valeria Montaldi


Venezia, 1327. Giulia è l’erede di una ricca famiglia aristocratica e nasconde un segreto che potrebbe rovinare la sua posizione sociale: Samuel, un mercante ebreo per il quale prova un amore travolgente, passionale. Sopraffatta dai suoi sentimenti, la giovane rimane incinta e, per non creare intorno alla sua rispettabile famiglia uno scandalo irreparabile, si trova costretta a rinunciare al frutto del suo vero amore e a dedicarsi alla vita monastica. Una maternità negata si prospetta, analogamente, anche per Nicoleta, figlia invece di un umile carpentiere e vittima di uno stupro. Quella di questa seconda protagonista sarà però invece una scelta consapevole, non imposta: privarsi del bambino nato dalla violenza per potersi ricostruire una vita attraverso un lavoro in grado di restituirle la dignità che le è stata strappata.

Venezia, 1348. Giulia e Nicoleta sono chiamate a prendere decisioni difficili, decisioni che avranno un impatto sulla vita che si sono faticosamente e dolorosamente ricostruite e che ruotano intorno al loro ruolo di madri nel momento in cui le loro esistenze si intrecciano inaspettatamente con quelle dei figli che tanti anni prima hanno abbandonato.


Qual è il ruolo di una madre biologica e quale quello di un genitore adottivo? Non essere pronte per la maternità è forse un crimine? Lo è esserlo ma senza un partner? Valeria Montaldi risponde a queste domande con un romanzo storico di un’attualità sconvolgente, prendendo come esempio due madri che, come tante altre donne reali prima e dopo di loro, hanno compiuto la dolorosa scelta di rinunciare ai propri figli e con tale decisione sono state costrette a convivere per anni.


La prigioniera del silenzio: Tra presente e passato


Quella della Montaldi in questo romanzo è un’attenta rievocazione storica, che spazia tra i minuti dettagli della toponomastica della Venezia del Trecento e i maggiori eventi che in quel secolo hanno colpito la città, come l’epidemia di peste e il terremoto che ha distrutto gran parte degli edifici.


Historia magistra vitae”, diceva Cicerone, “la storia è maestra di vita”. E infatti, ciò che colpisce di più il lettore, al di là dell’attenzione per i dettagli storici, è la straordinaria attualità di questo libro, dal momento che le problematiche di un’epoca si ripresentano, seppur in altre forme, in quelle successive come la nostra. La società medievale che l’autrice descrive, governata da brame di potere, lussuria e denaro, non è in fin dei conti diversa da quella del nostro presente, nonostante gli stili di vita siano drasticamente e inevitabilmente mutati. Il monito è lampante: il mondo cambia, senza però mai cambiare davvero. 


Essere donne in un mondo di uomini

Giulia e Nicoleta hanno una diversa estrazione sociale, eppure sottostanno entrambe al volere e ai capricci degli uomini, che forse in questo romanzo al femminile vengono demonizzati con un po’ troppa veemenza.

Il senso di essere prima di tutto donne e poi madri, viene analizzato dall’autrice con delicatezza, una cura rispettosa trattandosi di tematiche spinose e profonde. In alcune sequenze è toccante entrare negli intimi pensieri delle due protagoniste, sopraffatte dal dolore per un mondo maschile opprimente e violento, in altre ci si trasforma in giudici severi perché dall’esterno di una situazione non la si può capire completamente e le decisioni che le due donne sono chiamate a prendere appaiono persino come ciniche ai nostri occhi.


Come potrei perdonarlo se non sono ancora riuscita ad assolvere me stessa?

In sintesi, La prigioniera del silenzio è un romanzo storico ben costruito, talvolta forse prevedibile negli sviluppi dell’intreccio ma sicuramente dotato di una carica emotiva coinvolgente per qualunque lettore. Anche la cura per la caratterizzazione psicologica dei personaggi secondari è ammirevole, spesso tralasciati da molti autori che preferiscono concentrarsi solo sui protagonisti. Si possono comprendere le scelte delle due protagoniste oppure le si possono condannare, quello che è certo è che non è una lettura che lascia indifferenti.



La Prigioniera del Silenzio

 


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