Un’Avventura tra le Strade Africane
Ogni viaggio in Bajaji, conosciuto come tuk tuk in Kenya, India e Thailandia, è un’esperienza che tocca l’anima e scuote il corpo. Questi veicoli, reminiscenze delle nostre mitiche apette italiane, sono diventati il simbolo vibrante e dinamico delle città africane, e in particolare di Dar Es Salaam. Salire su un Bajaji non è solo un modo di spostarsi, è un'immersione nelle pulsazioni stesse della città.
Immagina di essere seduto in un Bajaji a Dar Es Salaam. Ogni corsa è una giostra di emozioni, una miscela di adrenalina e paura. Il traffico caotico? Nessun problema. Il Bajaji lo affronta con la sicurezza di un acrobata. Scavalca muri invisibili, sorvola dossi e ti fa rimbalzare come una lattina di Pepsi in uno zaino. Ogni sobbalzo è un piccolo infarto, ogni manovra una danza tra il possibile e l’impossibile.
Il Bajaji non conosce ostacoli. Non può andare a destra? Si sale sul marciapiede, o meglio, su quella che sembra solo una vaga parvenza di marciapiede. Il suono continuo del clacson accompagna il suo passaggio tra i pedoni, stanchi dopo una giornata di lavoro. E tu, lì seduto, ti chiedi se qualche Bajaji sia mai caduto nei lunghi canali di scolo, pieni di acqua putrida. Il pensiero ti sfiora, ma subito viene spazzato via dalla prossima curva.
Mentre sfrecci per le strade, sei travolto anche da una miriade di profumi che confondono i tuoi sensi. È cibo? Street food? Pollo alla brace? Poi, il profumo di qualche signora che passa così vicino da poterle stringere la mano. I profumi sono un continuo stupore, un po' come la vita stessa: qualche volta acri e acidi, altre volte così buoni che ti fan venir voglia di rinunciare alla dieta e dare un morso alla situazione.
Non hai percezione dello spazio dentro un Bajaji. Ogni angolo esterno diventa un perfetto spiffero per incastrarsi. Le strade di Dar Es Salaam, come un grande Tetris, sono una sfida continua. Ma quanto è affascinante? Con meno di 6000 TSH, puoi andare ovunque, senza ostacoli.
Ogni viaggio è un'opportunità per osservare la vita che scorre intorno a te: i volti stanchi dei lavoratori, le donne dalle lunghe trecce che si mescolano alle nuove generazioni più smart. Dal 2017 ad oggi, la città è cambiata. Il nero della città si è mescolato al bianco di una Cina che ha portato denaro e infrastrutture. Grattacieli, casinò, ristoranti cinesi, pub, pizzerie, persino un Apple Store, dove un tempo c'erano solo baracche di fango e lamiera.
Il Bajaji rimane forse l’unica vera icona di un paese in rapido mutamento. E tu, riflettendo, speri che questo cambiamento avvenga il più lentamente possibile, per preservare l’essenza affascinante dell’Africa che ti ha plasmato l'anima. Hai visto tante cose brutte, ma sai che in qualche modo questa Africa ti piace e non puoi farne a meno. È come una buona notte di sesso: ne vuoi sempre di più.
Nel tuo Bajaji, mentre respiri la polvere della città e guardi il tuo autista stanco dopo una giornata di lavoro, ti rendi conto di quanto questa terra sia entrata nel tuo cuore. Il Bajaji ti porterà a casa o ovunque tu voglia andare, come una freccia che una volta scoccata non può fermarsi fino a raggiungere il suo obiettivo.
Le Origini del Bajaji
Il Bajaji, o tuk tuk, ha origini lontane che risalgono al Giappone degli anni '30, quando furono introdotti i primi veicoli a tre ruote. Questi veicoli economici e maneggevoli si diffusero rapidamente in tutta l'Asia, trovando un terreno fertile in paesi come la Thailandia e l'India, dove divennero una parte integrante della vita urbana. In Africa, e in particolare in Tanzania, il Bajaji è diventato sinonimo di mobilità accessibile e ha assunto un ruolo fondamentale nel trasporto quotidiano delle città. Con il suo design compatto e la sua capacità di navigare nelle strade affollate e irregolari, il Bajaji è diventato un simbolo di adattabilità e resilienza urbana.
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